FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

La sveglia radicale: non c’è lotta liberale senza lotta contro l’Italia stato nazionale

E così la Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’eutanasia e probabilmente oggi boccerà quello cannabis, e si vedrà per quelli sulla giustizia.

Una corte stranamente silente e accondiscendente sui DPCM, coprifuochi, stati di emergenza ma che quando più di un milione di cittadini chiedono di poter dir la loro alle urne si riscopre paladina della Costituzione e dice un chiaro no.

Con gran contentezza della politica, che ovviamente vuole mantenere il proprio primato contro il popolo, la cui unica utilità è alle urne, ma per il resto è una noia che chiede, chiede, senza dare, a differenza dei veri poteri che interessano a loro, che io chiamo le tre C: clero, camorra e carrozzoni pubblici. E se credete che io sia ingeneroso andatevi a leggere ciò che Giovanni Adamo, nel suo “Lo Stato nel Terzo Millennio”, ha da dire sulla politica…

Nel caso dei referendum, il sistema è sviluppato in modo tale da rendere difficilissimo avere un referendum valido dal punto di vista costituzionale: è vagamente propositivo? Stop. Lascia ciò che la Corte ritiene un buco? Stop.

Paragonate l’Italietta dove se si vuole far votare il popolo bisogna superare un labirinto e poi campo minato, così da salvaguardare “il primato della politica e del Parlamento” alla Svizzera dove il Popolo può modificare la Costituzione e la politica fa spazio e si leva anche il cappello e ditemi chi ha un sistema migliore, più prospero e più funzionale. E, pensate, che alcuni di quelli che ora parlano di paese incivile per la dichiarazione di inammissibilità erano gli stessi che si stimavano dopo il referendum per la Brexit perché “in Italia per fortuna non potrà mai esserci un referendum del genere”.

Come dico spesso a me i radicali stanno simpatici perché hanno capito molti dei problemi dell’Italia, ma hanno una visione poco organica. Non sono migliaia di problemi separati, ma è un solo problema con varie emanazioni: l’Italia.

Un’Italia che è, essenzialmente, irriformabile e che al massimo concede qualcosa se ciò è funzionale al mantenimento dello status quo, uno status quo mantenuto dall’Unità, nonostante una guerra che ha distrutto monarchia e regime, senza però mai rinunciare al nazionalismo e allo stato etico, reso solo meno autoritario: leggetevi la Costituzione abbozzata per la Repubblica di Salò e ditemi se non può essere un buon programma politico per un governo di unità nazionale, tolte le parti razziste scritte sotto dettatura delle Schutzstaffel.

Qualcuno, questa cosa, l’aveva capita: la vecchia Lega Lombarda, poi Lega Nord. Molti lettori, specie i più giovani, ricorderanno la Lega come un partito conservatore, quasi reazionario, ma quella fu una svolta partitocratica avvenuta intorno al 2000, così da avere una struttura interna al centrodestra con Forza Italia come partito nazional-liberale e Alleanza Nazionale e Lega Nord come poli più a destra a tendenza locale (la Lega al Nord, AN al centro-Sud), prima la Lega era decisamente più vicina al pensiero radicale e, infatti, vari esponenti radicali con essa corsero alle elezioni.

Nel 1994 venne proposta una riforma costituzionale federalista, con l’Articolo 1 così modificato:

L’Italia è una Repubblica Federale fondata sui principi della democrazia e dello Stato di diritto. I suoi valori fondamentali sono la libertà individuale e di mercato e la solidarietà tra i cittadini

Era il periodo della Lega che diceva che il federalismo e il liberismo erano assolutamente necessari, che sosteneva i matrimoni gay e riteneva lo Stato il principale nemico delle libertà individuali.

Non un partito perfetto: sulle droghe, ad esempio, si preferiva un approccio più paternalista, basato sull’idea del “diamo sicurezza ai genitori”, ma per il resto ragionevolmente conscio dei problemi di uno Stato padre, da sradicare sin dalle fondamenta.

La partitocrazia, però, ebbe la meglio e ricordiamo una Lega Nord paternalista e conservatrice: ma in ogni caso c’è sempre stata una componente più progressista, sino alla svolta in stile PCUS di Salvini c’erano leghisti pro marijuana legale, leghisti pro matrimoni gay e via discorrendo, e molti fuoriusciti hanno potuto far vedere ciò che sarebbe stata la Lega senza la svolta paternalista.

In ogni caso spero che la lezione sia chiara: combattere i sintomi senza concentrarsi sulla causa è una perdita di tempo. Perché fare mille battaglie quando possiamo farne una che ne copre mille?

Il nostro problema non è non avere l’eutanasia, non avere il matrimonio gay, avere il proibizionismo, l’inaccessibilità dell’aborto e così via: il problema è l’Italia come Stato, e quelle son conseguenze…

Se serve un cambiamento radicale… che sia veramente radicale.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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