FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Non è lo statuto di Hamas, ma la base dell’Islam

In questo periodo di guerra vedo spesso citare alcune parti dello statuto originale di Hamas come dimostrazione che sia un partner intollerante, non aperto alla possibilità di una pace con lo Stato ebraico. Un classico esempio, che qui riporto in italiano, è:

L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me

Tuttavia è bene notare che non si tratta di una fantasiosa invenzione di qualche poetico jihadista palestinese, tali parole sono in realtà alla base dell’Islam: si trovano infatti nei più fidati libri di Hadith, ossia i racconti della vita di Maometto e delle origini della religione, che contano molto nella definizione del diritto per la stragrande maggioranza dei musulmani. Immaginiamoli come una sorta di Vangelo sotto steroidi, c’è il Corano, parola eterna rivelata direttamente da Dio, e ci sono poi questi racconti che costituiscono in larga parte la Sunna, ossia la tradizione, da cui le scuole giuridiche islamiche capiscono ciò che è obbligatorio, permesso, vietato e così via. Ci sono – pochi – musulmani che ritengono che il Corano da solo sia sufficiente, ma sono solitamente considerati eretici, mentre gli sciiti, anch’essi esigua minoranza, seguono una sunna differente che non pare includere questo hadith.

Il racconto continua parlando dell’albero di Gharqad, un albero che è degli ebrei, e dunque non dirà ai musulmani se vi si nasconde un ebreo, in questa lotta del giorno del giudizio in cui, tra l’altro, dovrebbe anche tornare Gesù in versione mujahidin per distruggere la croce, abolire la tassa sugli infedeli e uccidere i maiali.

Tutto ciò per dire cosa? Siamo profondamente ignoranti, di media, in fatto di religione. Anche chi la studia a scuola si limita a pochi dettagli ed è facile, partendo dalla nostra base tendenzialmente di derivazione illuminista e con un testo sacro non eccessivamente prescrittivista, pensare che tutte le religioni siano così, che si limitino a dare alcune indicazioni spiriturali: ebbene, così non è per la seconda più diffusa del pianeta, nata mentre nasceva uno Stato, dove la dottrina religiosa e quella civile si fondono.

Non è un mistero che dei paesi che puniscono penalmente, anche con la morte, l’apostasia, non ce ne sia uno che non sia islamico, così come per l’omosessualità, l’unico paese con la pena capitale a non essere a maggioranza islamica è l’Uganda. L’accettazione dell’omosessualità è bassissima nei Paesi a maggioranza musulmana, anche quelli ritenuti moderati, e anche nelle comunità migranti: nel 2016 la maggioranza dei musulmani britannici riteneva sbagliato che essa fosse legale nel Regno Unito, in Francia nel 2009 solo il 35% dei musulmani la riteneva moralmente accettabile. Se il Belgio e Canada la situazione è migliore, basta guardare alla situazione generale dei sondaggi per capire che la situazione è seria, come ha fatto Pew Research: la maggioranza degli intervistati ritiene che la Sharia, non certamente un sistema legale noto per essere avanzato, venga da Dio, solo nei paesi moderati del Magreb la maggioranza sostiene che possa avere più interpretazioni, e in ben pochi Stati, molti di tradizione secolare influenzata dagli europei, si ritiene che non debba essere la legge dello Stato. Se volete vedere i dati su quanti la sostengono come legge penale, quanti vorrebbero la pena di morte per chi lascia l’Islam e, scorrendo un po’, quanti ritengano le donne inferiori e dove, potete consultare direttamente quel link.

In ogni caso, considerando che molti conflitti nel mondo sono legati a questa ideologia e che sempre più persone che la professano migrano in Europa portando valori spesso incompatibili con i nostri, direi che è bene conoscerla, quantomeno per evitare di citare un qualcosa di fondamentale nella fede islamica come se fosse un semplice delirio di qualche militante palestinese. D’altronde, se nello statuto del Family Day ci fosse il Levitico 20:15-16 citato, diremmo che è una citazione dello statuto del Family Day o la Bibbia? Con la differenza che nessun paese al mondo ha la “legge biblica”, mentre non pochi impiccano persone nel nome della legge islamica…

Ma, soprattutto, è bene conoscerla per evitare di essere ingannati, specie se si tiene al nostro modo di vivere. È pieno di presunti difensori della diversità che negano questa indole della religione islamica dicendo che “nel Corano questa cosa non c’è”, ma come spiega la quasi totalità del mondo islamico, senza Sunna non si può capire il Corano.

Ciò ci dà forse un pass per discriminare e odiare qualsiasi musulmano? Certo che no. Ma pensare che basterà mostrare il nostro modello per convincere la maggioranza di questi, convinti che quello che hanno è l’eterna parola di Dio, dimostrata dal comportamento del profeta, miglior esempio di uomo ad aver mai camminato sulla faccia della terra, è mera speranza, e si sa bene che chi vive sperando, muore in una determinata azione che non citerò.

In ogni caso, voler difendere a tutti i costi questa diversità, anche a costo di rinunciare alla nostra libertà e serenità, non pare certamente né un piano sensato, né un qualcosa che fa onore all’idea di diversità stessa. Inoltre, può essere anche pericoloso. Chiedetelo a Pim Fortuyn, di cui vi ho parlato un mesetto fa…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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