FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Ha ragione Renzi: Più autonomia ai comuni. Ma non come dice lui

Incredibile ma vero, per una volta devo dare ragione a Renzi sul tema autonomie: Ha infatti detto che bisogna dare autonomia ai comuni.

Ma non gioite, l’ha ovviamente subito condita con una perla di centralismo, mettendola come una sfida: La Lega vuole l’autonomia regionale mentre noi quella comunale.

È infatti un’ossessione del centrosinistra voler offrire una “autonomia alternativa”: appurato, nel 2016, che andare contro l’autonomia fa perdere consensi, si propone un “modello alternativo”: Nel caso della parte più socialista è l’autonomia solidale o equa, equa quanto uno scippo ma tant’è, nel caso dei renziani l’autonomia comunale.

Ma non ha alcun senso porre le autonomie come un affare regioni contro comuni. Basta vedere le competenze sintetizzate: Le Regioni sono competenti per Turismo, Accordi, Istruzione Professionale, Sanità, i Comuni per Polizia Locale, Strade Locali, Rifiuti, Cultura, Urbanistica, Organizzazione eventi, Sport, Immobili. Tutto il resto è dello Stato centrale.

Come già facevo notare nel mio articolo sulle proposte di Milano Regione se in Italia c’è un problema autonomista non è nelle Regioni ma nello Stato centrale.

Nessuno sostiene realmente il principio di sussidiarietà, che Thomas Jefferson sintetizzava perfettamente con:

Attribuire ad ognuno la direzione di ciò che il suo occhio riesce a sorvegliare

Una formulazione che non piace ai politici italiani perché non è fissa (Varese può sorvegliare più di Morterone), non crea lunghi elenchi e non è solidale come vorrebbero loro.

Ciò non toglie che ai comuni servirebbe più autonomia. Ma non come la vuole Renzi, ciò di spesa, ma autonomia vera, come la vorrebbe Giovanni Adamo II del Liechtenstein.

Comuni che siano liberi di concorrere, in un contesto chiaro, in campi in cui lo Stato deve rinunciare al semi-monopolio che ha come la sanità e l’istruzione, gestendo cliniche, ambulatori e scuole in concorrenza tra di loro, con altri enti locali e con i privati.

Comuni che possano scegliere come allocare la propria spesa sociale in maniera che sia realmente efficiente per il territorio, ma a ciò deve corrispondere autonomia fiscale: Non dico di fare come nella proposta di Giovanni Adamo II ove lo Stato si finanzia solo tramite imposte indirette lasciando alle autonomie quelle dirette, ma ridurre il peso dello Stato e permettere ai comuni di imporre tasse dirette ai propri cittadini sarebbe giusto e responsabilizzante. Se il comune deve tassare i propri cittadini, non i cittadini di Vattelapesca, sarà ben più responsabile in ciò che fa.

Ma sono tante altre le cose che lo Stato potrebbe delegare alle autonomie locali, sia in concorrenza tra di loro sia in esclusiva: Si pensi alle minoranze linguistiche, che di solito prosperano quando lo Stato è assente e fa fare ai privati o alle autonomie, oppure la legislazione sul lavoro, che libererebbe energie lavorative enormi nelle Regioni più economicamente svantaggiate.

E in un sano sistema di sussidiarietà non servirebbe una lunga lista di chi fa cosa: Sarebbe il buonsenso, tramutato in leggi e regolamenti locali, a fare il tutto.

E sarebbero gli elettori a decidere a chi vogliono rendere attrattivo il proprio comune, che livello di servizi vogliono offrire, se vogliono una data competenza o preferiscono lasciarla alla Regione o se vogliono cedere parte del proprio potere a un libero consorzio comunale.

Tutto il resto è, con il dovuto rispetto, noia.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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