Qualche tempo fa Majorino era stato bacchettato dalla presidente della commissione antimafia della Regione perché la gran parte delle sue proposte sul tema erano già state adottate. Oggi lo bacchetto io, dopo averlo duramente criticato sul tema sanità, infatti pare che mi sono sbagliato! Sul tema privati nella sanità, infatti, ha da dire:
Guerra al privato? No. Valorizzazione dell’interesse pubblico. Il privato di qualità lo vogliamo a bordo. Ma a condizioni chiare e attraverso regole trasparenti
Bravo. C’è solo un problema, è così da tempo, almeno dal 1997, a seconda di come vogliate vederla. Del tema abbiamo parlato più volte ma basta ricordare che, nello scandalo che ne ha portato alla caduta, Formigoni ha dovuto utilizzare finanziamenti discrezionali, mostrando come la struttura di base sia sostanzialmente solida.
Sul tema qualità, inoltre, il privato ha due distinti vantaggi:
- La necessità di attrarre utenza per sopravvivere, che rende molto più importante la qualità del servizio. Il pubblico in Lombardia, anche grazie alla parificazione, è tendenzialmente di buona qualità, ma vari sistemi ci mostrano come il pubblico, senza spinte mercatiste, possa tendere all’inefficienza
- Un po’ per scelta pubblica un po’ no alcuni settori sono esclusiva del pubblico, permettendo al privato di concentrarsi su pochi settori e raggiungere una qualità maggiore
In sostanza, quello che propone Majorino… già c’è! Ed è ampiamente criticato dal suo elettorato più intransigente! Ne avevo già parlato nel mio testo su come il centrosinistra può far suo il modello lombardo.
Comunque, poi, sul tema energia ci viene detto che:
La Lombardia è stata negazionista sul grande tema degli effetti della crisi climatica.
Ora, forse io vivo in una Lombardia differente ma, a quanto ricordo, Attilio Fontana ha espresso interessamento all’unica tecnologia realmente capace di cambiare qualcosa: il nucleare. Il tutto mentre il PD urlava indignato alla “salvinata” chiedendo di depennare il nucleare dal novero delle tecnologie verdi riconosciute dall’Unione europea.
In ogni caso, la scelta di Majorino come candidato – al netto del provocatorio titolo – è normale che causi questo problema: è un Eurodeputato, non viene dal territorio, non è necessario che conosca le relative dinamiche. È saltato alla ribalta per il suo attivismo contro il modello sanitario lombardo (già rimangiato) ed è stato scelto motu proprio dalla coalizione, non dando una possibilità a candidati più legati al territorio, come Maran.
Sta di fatto che, specie in un’elezione più contendibile, è un peccato vedere un’offerta politica del genere.