Con questa storia dell’invasione dell’Ucraina stanno uscendo tante belle informazioni sui rapporti tra il governo Conte II e la Russia, con Mosca che minaccia di rilasciare tutti i dettagli, agenti del governo russo che volevano girare liberamente e che son stati fermati essenzialmente da generali che si erano insospettiti e rapporti, mai condividi con Roma, dei servizi russi sugli avvenimenti italiani.
Ma mentre avvenivano queste cose che hanno messo in pericolo la sicurezza nazionale, tutto il mediaticume pro Conte su cos’era concentrato?
Ma sulla Lombardia, ovviamente, colpevole di avere del tessuto produttivo ma, soprattutto, di non avere al governo i giusti partiti: d’altronde, quanta gente avete visto manifestare contro l’Emilia-Romagna, che nelle zone comparabili era messa esattamente come Bergamo?
Gli italiani, d’altronde, se la prendono tanto se chiami l’Italia espressione geografica o se esulti al goal di Trajkovski, ma poi quando c’è da dimostrare di essere una nazione unendosi nei tempi difficili iniziano a dare deliranti ragioni sul fallimento di questo e quello, spesso sintetizzabili in “non hanno assunto mio cugino come portantino a tempo indeterminato”.
Comunque, come già dicevo tempo addietro, il tempo sarà galantuomo, e se prima potevamo dare solo una ragione politica all’attacco contro la Lombardia, ora ne possiamo dare un’altra: fuoco di saturazione. Con l’opinione pubblica concentrata a criticare la cattivissima Lombardia, d’altronde, chi avrebbe avuto tempo di analizzare e criticare le mosse del governo romano essendo ascoltato?
Ovviamente, rasoio di Hanlon alla mano, nessuno accusa il governo di Roma di essersi fatto infiltrare volontariamente da Mosca: semplicemente, ha accettato una richiesta senza valutare le conseguenze. Un segno di forte incompetenza e spregiudicatezza, specie quando non sei il sindaco di Brescello che fa un gemellaggio ma il capo di uno dei principali Paesi della NATO.
Ma, soprattutto, che mette a tacere tutti quelli che “commissariate la Lombardia! Roma può fare meglio”: la Regione è stata essenzialmente travolta da un virus che Roma giurava non ci fosse in Italia e ha pagato scelte storiche, come l’ospedalocentrismo, la sanità territoriale in mano agli ospedali pubblici e una spesa sanitaria molto bassa, tutto l’opposto, ad esempio, di ciò che ha permesso alla Germania di regger bene, e ha avuto come unica possibilità l’aumento alla bisogna dei posti letto.
Roma, invece, ha avuto tutto il tempo per valutare i rischi di una missione russa in Italia e ha accettato, evidentemente sbagliando.
Chiaramente a quelli che berciavano contro la Lombardia poco cambia: son quasi tutti del team “né con Putin né con la NATO“, al massimo son dispiaciuti che non siano arrivati i Cosacchi a far abbeverare i propri cavalli alla fontana in Piazza Castello. È sempre divertente ricordare che Putin abbia dovuto spendere capitale economico e umano per sostenere le destre europee quando le sinistre lo simpano gratis per puro senso tafazziano antioccidentale.
Con la storia del “daghela ai lombard” si son messe sotto il tappeto varie gaffe del governo romano: chi non ricorda quando Conte minacciava di far cadere l’UE senza 1’500 miliardi e poi si è accontentato di meno di 300 miliardi, in larga parte da restituire?
Ma vogliamo prenderci la rivincita? È bene ricordare a tanta gente che ha sparlato, sciacallato e sputato nel piatto da cui lo Stato prende il loro cibo questa citazione di un noto statista:
Non avete dignità, non sapete cos’è la nobiltà d’animo, non sapete cos’è la democrazia, non sapete cos’è la libertà. Siete ancora ed oggi come sempre dei poveri comunisti.
Ma forse, valutando la tiepida reazione dei lombardi ad anni di attacchi, aveva ragione Bossi a parlare di Somaro Lombardo!