FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Fontana assassino, ma non Bonaccini: la coerenza che non esiste tra i lombardofobi

La prima ondata di COVID ha colpito soprattutto la Val Padana e ancor più soprattutto due zone: la Lombardia orientale e meridionale e l’Emilia occidentale.

Bergamo e Piacenza han visto vere e proprie morie dovute al virus, che hanno lasciato il segno, mentre altre zone nelle stesse regioni han pagato meno in termini di vite umane la prima ondata, Milano ad esempio ha visto una situazione relativamente tranquilla tra marzo e maggio, con gli ospedali pieni soprattutto di malati da altre province, cosa comunque pagata nelle successive ondate.

Detto ciò, è palese che ci sia stata, e ci sia tutt’ora, una disparità di trattamento tra Lombardia ed altre Regioni.

Tralasciamo per un attimo il trattamento nei riguardi del governo romano, elevato in quel periodo a Salvatore della Patria, autore del miglior modello dell’universo, che avrebbe reso l’Italia il più grande paese del mondo e in cui ogni altro modello era quasi eretico, e bastava una menzione di un qualsiasi sistema che non prevedesse governo per decreto, strade militarizzate, droni per inseguire i runner e possibilità addirittura di passeggiare per sentirsi dire “ah allora a Conte preferivi il Brasile di Bolsonaro, la Svezia assassina e l’Inghilterra di Johnson?” e concentriamoci sulle Regioni.

Qualcuno ha detto che Bonaccini è un assassino? Che bisognava commissariare l’Emilia-Romagna? Che le morti Covid sulla via Emilia dimostrava il fallimento del modello emiliano-romagnolo?

No! Ed è giustissimo così! Spiace per chi considera lo Stato un’entità mistica e la Gazzetta Ufficiale la nuova edizione della Bibbia, ma i virus esistono dalla notte dei tempi e non si fermano per DPCM. Esistono le quarantene, che possono avere una limitata efficacia per impedire che un germe entri in un dato paese, ma una volta dentro e radicato, com’era in praticamente tutto il mondo, l’unica via è l’immunità, raggiungibile o tramite vaccino o tramite contagio di massa, con differenti costi umani.

Se anche si volesse fare una classifica della colpa, la colpa principale ce l’avrebbe chi controlla i confini, ossia Roma – Giuseppi e speranza per chi non ha ben presente i tempi – e non Milano.

La questione che mi fa arrabbiare è proprio questa: la disparità, e l’evidente bias di vari media, partiti e movimenti contro la Lombardia, con l’obiettivo più o meno dichiarato di screditare chi la governa screditando il territorio, i suoi abitanti e la sua storia politica.

La principale dimostrazione è ovviamente nel tentativo di fare la stessa cosa col Veneto, che veniva accusato di non seguire le indicazioni di Roma. Quando poi ci si rese conto che il modello Crisanti era decisamente superiore a quello di Conte e che proporre, come fece qualcuno, il commissariamento del Veneto per non essere abbastanza filoromano era l’equivalente di girare con la maschera da clown, si è andati in modalità full-contro la Lombardia, arrivando a scenari ridicoli in cui l’obbligo di mascherina imposto da Fontana era ridicolo e vergognoso, mentre l’analogo obbligo imposto dalla Toscana era saggio e necessario.

Ma esistono anche altre indicazioni: ad esempio il silenzio quando a fare gli errori erano altri: ricordate quanto la Toscana era costantemente dietro alla Lombardia nella campagna vaccinale, ma il focus era sempre sul Pirellone? O quando di tutti gli ospedali in Fiera, l’unico che veniva contestato era quello di Milano, incidentalmente l’unico ancora attivo oggi (ce n’erano uno a Macerata ed uno a Napoli, scomparsi)?

Per non parlare dell’ossessione nel citare Formigoni: il modello Formigoni è stato archiviato, nel bene e nel male, nel 2016, sostituito dal modello Maroni, largamente diverso dal modello in piedi da metà anni ’90. Chi tira in ballo Formigoni a caso, quasi sempre, non è interessato alla questione sanità o a come migliorarla, ma a screditare la Lombardia e la sua sanità.

Io Fontana non l’ho votato. Ero contrariato dal come il centrodestra ha scelto il candidato, quindi ho disperso il voto del presidente verso un candidato minore come piccola protesta.

Ma, da lombardo, vedere un costante attacco verso la Lombardia per sfogare sia il proprio fallimento politico altrove, sia il proprio odio politico, non può che farmi quasi simpatizzare per l’attuale amministrazione: d’altronde, visto che mischiano gli attacchi alla Lombardia e ai lombardi con quelli all’amministrazione, capita spesso di dover smentire anche bufale ai danni di Palazzo Lombardia.

E invito gli amici che magari votano il centrosinistra e non sono particolarmente soddisfatti dal governo della Lega a leggere le critiche che ci vengon mosse: quante sono sensate, mosse da genuino interesse e conoscenza delle problematiche della sanità lombarda e quante da mera invidia, odio e voglia di parlare per ideologia? Davvero quando avete personaggi di qualità come Michele Usuelli e proposte interessanti come quelle del PD o di Sala dovete andar dietro a qualche disperato mentale che pensa che l’ASST Nord Milano sia una superstrada?

Ma, soprattutto, non può che farmi venire un brivido d’orgoglio che mi ricorda che, nonostante più di 160 anni di unità politica, Metternich avesse ragione da vendere dicendo che l’Italia altro non è che un’espressione geografica e la linea “calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi” assume tutto un altro significato…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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